Storia della Croce Rossa
Il 24 giugno 1859, durante la II guerra d’indipendenza italiana, gli eserciti francese e piemontese si scontrarono con l’esercito austriaco nella sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino: furono circa duecentocinquantamila i soldati coinvolti, e decine di migliaia i feriti a fine dei combattimenti.
Jean Henry Dunant, commerciante ginevrino di passaggio, fu testimone delle cure che solamente le donne di Castiglione delle Stiviere prestarono ai feriti e ai morenti. Dunant scrisse quindi il libro “Un Souvenir de Solferino”: in lui era nata l’idea di un’organizzazione neutrale, che potesse prestare soccorso a tutti coloro che ne avevano bisogno. Fu anche grazie a lui che il 22 agosto 1864 venne redatta e firmata la Prima Convenzione di Ginevra, che sancì anche la nascita del Comitato Internazionale della Croce Rossa, per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra.
In Italia, a Milano, il 15 giugno 1864 nacque il “Comitato dell’Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra”: due mesi dopo, questo comitato diventerà il primo comitato italiano della Croce Rossa, sotto la guida del Dott. Cesare Castiglioni.
Storia del Comitato di Vigevano
Prima iniziativa, non documentata e non operativa, per la fondazione di una sezione CRI a Vigevano da parte di De Benedetti e Zambianchi.
Secondo tentativo di fondazione su impulso del comitato di Piacenza; formazione di un comitato provvisorio che però non avrà seguito.
Nascita stabile e operativa del Sottocomitato CRI di Vigevano, grazie all’azione del sindaco Giovanni Battista Robutti e al supporto del comitato di Alessandria.
Fondazione della Pubblica Assistenza Croce Verde Vigevanese.
Inaugurazione della sede della Croce Verde in Corso Cavour.
La Croce Verde Vigevanese viene sciolta per Regio Decreto e assorbita dalla Croce Rossa Italiana. Il Prof. Clemente Bialetti ne diventa il primo presidente.
Istituzione della “Casa della Madre e del Bambino”, in linea con le politiche sociali del regime fascista.
Intensa attività del Comitato come ausiliario delle Forze Armate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Inizio della lunga presidenza (21 anni) di Carlo Natale, fondatore de L’Informatore Vigevanese.
Grande impegno nell’assistenza agli sfollati dell’alluvione del Polesine.
Inizio della presidenza di Mario Ardito e di una fase di modernizzazione e professionalizzazione dei servizi.
Periodo di grave crisi interna, logistica e di leadership, che culmina con la morte del presidente Zambarbieri nel 1987.
Elezione del Dott. Carlo Marchesi, che avvia una profonda riforma basata sulla sospensione temporanea dei servizi e su un massiccio programma di formazione.
Ripresa dei servizi con un corpo volontari rinnovato e potenziato.
La Crocerossina Silvia Pollini riceve il premio “Dalla Chiesa” per il suo impegno in missioni internazionali.
Emanazione del D.Lgs. 178 che trasforma la CRI da ente pubblico ad associazione di diritto privato.
Il Comitato di Vigevano assume formalmente la nuova natura giuridica, con maggiore autonomia gestionale.
Andrea Motta diventa il primo presidente a completare due mandati sotto il nuovo statuto democratico.
Risposta multidimensionale e capillare all’emergenza pandemica da COVID-19. Consolidamento dei servizi di welfare di prossimità, come le “Officine della Salute” e lo Sportello Psicosociale.
Elezione di Marco Bonacina alla presidenza, nel segno della continuità del modello democratico.